Ebru – Dipingere sull’acqua

Ebru – Dipingere sull’acqua

Si tratta di un’arte in cui “dipingendo sull’acqua” si ha poi la possibilità di ricreare su carta uno sfondo marmoreo con le sue chiazze colorate e altre varie decorazioni floreali o di vario genere ispirate alla natura (doğa).

È una tecnica che incanta nel suo procedimento mentre le figure prendono vita, si trasformano, passano da una forma all’altra. Sembra quasi che i colori stiano giocando con l’acqua..

Le origini

Non si conosce bene il paese di origine ma fu riscontrata prima in Asia centrale (zona di origine dei Turchi): Turkestan, poi in Iran ed infine in Turchia. Si pensa risalga almeno al 9. secolo d.C. Gli esempi più antichi conosciuti sono datati al XV secolo e conservati al palazzo Topkapı in Istanbul. Il termine deriverebbe dal persiano “Ebr” “nuvola”, “Ebri” “Simile ad una nuvola”.
I paesi europei vennero a conoscenza di questa arte solo nel 18. secolo e denominarono tale tecnica “marmorizzazione” ed i fogli decorati con essa “carta turca” “Türk kağıdı” o “carta marmorizzata” “mermer görünüşlü kağıt” riferendosi alla similitudine presente con una superficie di marmo. Generalmente si vedono le carte marmorizzate nelle copertine dei libri, nell’arte calligrafica, come sfondo di documenti importanti. Nelle opere turche possiamo notare un’armonia ed una profondità di espressione unica nel suo genere. Ci sono diverse tipologie di ebru che si ispirano a forme e colori presenti in natura per es. fiori: tulipano (lale), margherita (papatya), garofano (karanfil), papavero (gelincik); o riprendono la forma di un nido (yuva) o di un onda (dalga) etc.

La tecnica

La tecnica prevede la miscelazione di acqua e gomma adragante necessaria per aumentarne la densità. In passato oltre alla gomma adragante venivano usati prodotti come la polvere di orchidea, un tipo di alga, semi di melacotogna, semi di lino. A parte i pigmenti di origine naturale (argille o altri coloranti vegetali ridotti in polvere mentre oggi sono chimici) vengono mescolati con bile di fegato bovino (una volta veniva usato anche il liquido ottenuto dalla foglia di tabacco). Questa tecnica fa in modo che i pigmenti rimangano sull’acqua e non si mescolino tra di loro. Quindi si picchietta un pennello intinto di pigmento sulla superficie dell’acqua e le gocce che si formano si “tirano” o “girano” per mezzo di uno stecchino dando le forme e venature desiderate. Si posiziona infine il foglio sopra l’acqua intinta e dopo qualche secondo si preleva e si lascia asciugare.

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Bibliografia:
“Türk Ebru Sanatı” “Arte Turca della marmorizzazione” Ahmet Çoktan, Istanbul 1992.
Meydan-Larousse, İstanbul, 1973.
Foto: Pelin Bahar